Triangle

TRIANGLE

regia di Costanza Quatriglio
venerdì 11 dicembre 2015, h.15.00 – Sala Greenhouse

Barletta, 2011. A cento anni dall’incendio della fabbrica Triangle, quando nel 1911 prese fuoco l’ottavo piano del grattacielo di New York tra Washington Square e Greene Street, le operaie tessili muoiono sotto le macerie di un maglificio fantasma. Estratta viva da quelle macerie, Mariella assume su di sé tutto il peso del mondo. Con lei viviamo il ritorno alla condizione preindustriale e la necessità di un nuovo inizio, ma anche l’irriducibile orgoglio di chi sa che far bene il proprio lavoro è il gesto più compiuto di ogni essere umano.


SCHEDA TECNICA

Regia: Costanza Quatriglio
Sceneggiatura: Costanza Quatriglio
Produttori: Marco Visalberghi per DOCLAB,
Nella Condorelli per FACTORY FILM
Produzione:
DOCLAB, FACTORY FILM
Con:
RAI CINEMA
In associazione con:
Istituto Luce-Cinecittà
Montaggio:
Letizia Caudullo
Fotografia:
Vincenzo Condorelli
Distribuzione italiana:
Istituto Luce-Cinecittà
Durata:
63’
Paese:
Italia
Anno:
2014

Contatti: http://film.cinecitta.com/IT/it-it/news/70/1145/triangle.aspx

Trailer


“…Narrare il lavoro è di per sé una delle sfide più difficili perché gli agguati si amplificano e possono diventare trappole. Con la scelta del titolo ho voluto chiarire, prima di tutto a me stessa, il rischio del film a tesi: Triangle è sì il nome della fabbrica tessile che prese fuoco nel 1911 a New York causando la morte di 146 persone, perlopiù giovanissime immigrate in cerca di futuro, ma è anche una figura geometrica, cioè, di per sé, qualcosa di dimostrabile attraverso l’esattezza del procedere. Un film, al contrario, è quanto di più lontano dall’esser dimostrabile e, a parer mio, deve essere tutt’altro che dimostrativo. Amo le narrazioni che procedono disvelando l’invisibile che c’è dietro ciò che appare; amo costruire le storie sull’esperienza, nella continua evoluzione di un inizio destinato a trasformarsi. Ecco perché l’intuizione di poter accostare questi due eventi così lontani nel tempo e nello spazio era, di per sé, rischiosissima. Un’intuizione non è certo un postulato né un teorema, ma sempre l’inizio di un viaggio.
Facendo i sopralluoghi a Barletta ho trovato una città schiacciata dal lutto per il crollo di una palazzina abbattuta da ruspe che avevano ignorato il prezzo che sarebbe stato pagato in termini di vite umane. Lì ho capito che la chiave visiva del film sarebbe stata la relazione tra la magnificenza di New York dei primi del novecento e il depauperamento del paesaggio urbano che ha superato la post-modernità per essere semplicemente vuoto, rovine. È l’implosione di una civiltà fondata su quel mito della forza che nel novecento si chiamava oppressione sociale…”

(Costanza Quatriglio)