ESULI_TIBET

ESULI – Tibet

regia di Barbara Cupisti
sabato 12 dicembre 2015, h.16.30 – Sala Tiglio

La diaspora del popolo tibetano, dal 1959 ai giorni nostri, raccontata attraverso un crescendo di testimonianze di persone fuggite dall’occupazione del Tibet.
Il film è ambientato in India, tra Dharamsala – sede del Governo Tibetano in esilio – e gli altipiani imponenti e spettacolari del Laddak – soprannominato “Piccolo Tibet” per la forte somiglianza ambientale e culturale con il vicino Tibet.
L’India è il Paese che ha ospitato il maggior numero di profughi tibetani, garantendo loro quella libertà d’espressione sociale, culturale e religiosa che tutt’oggi gli è negata nel proprio Paese d’origine.
Palden Gyatso e Ama Ade, due ex prigionieri politici, oggi ottantenni, descrivono l’occupazione del Tibet che, dal 1959, ha causato più di 100,000 rifugiati tibetani.

Il documentario prosegue con il racconto, dall’alba al tramonto, della vita quotidiana all’interno dei cosiddetti “villaggi dei bambini tibetani” e si chiude con un’intervista esclusiva a Sua Santità il Dalai Lama.


SCHEDA TECNICA

ESULI

Tre documentari per raccontare gli esuli del Terzo Millennio
Di Barbara Cupisti
Una produzione Clipper Media con Rai Cinema

Introduzione
Clipper Media e RAI CINEMA hanno prodotto tre documentari per raccontare i rifugiati: la trilogia vuole approfondire le storie di chi vive lontano dal proprio Paese di origine spesso in situazioni di precarietà abitativa, sanitaria, lavorativa, economica, sociale ed educativa.

Regia: Barbara Cupisti
Sceneggiatura: Barbara Cupisti
Produzione: Clipper Media e RAI CINEMA
Montaggio: Alessandro Marinelli
Fotografia: Sandro Bartolozzi
Durata: 70’
Paese: Italia
Anno: 2015

Contatti: http://clippermedia.it/project/exiles-esuli

Trailer


Questa trilogia di documentari è il risultato di un lungo lavoro di ricerca e riprese durato tre anni. L’idea è nata nel 2012 dopo aver visitato un campo di rifugiati in Turchia, al confine con la Siria, un anno dopo l’ inizio della guerra.

L’obiettivo del primo film è quello di raccontare come la vita quotidiana in un campo profughi si distende, e quanto sia difficile e precario continuare a crescere una famiglia in tali condizioni, mentre si perde il lavoro, l’istruzione e il tenore di vita a cui si era abituati a vivere.

Con il secondo film vogliamo mostrare quanto sia importante e difficile allo stesso tempo per le persone che sono state costrette all’ esilio mantenere la loro identità. Per questo si mostra come una comunità di rifugiati sia stata in grado, nonostante le molte sfide, di adattarsi alla vita in esilio. Nel terzo film ci concentriamo sullo sfruttamento delle risorse naturali, che ha già causato la distruzione dell’ambiente, e che, insieme al cambiamento climatico , minacciano la vita di milioni di persone in tutto il mondo

(Barbara Cupisti)