REGISTRODICLASSE

REGISTRO DI CLASSE Libro Primo 1900-1960 e REGISTRO DI CLASSE Libro Secondo 1968-2000 (Anteprima assoluta)

regia di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani
venerdì 11 dicembre 2015, h.20.30 – Sala Tiglio
Anteprima assoluta di “Registro di Classe libro secondo 1968-2000” e, a seguire, “Registro di Classe libro primo 1900-1960”

I registri di classe servono a segnare le assenze e i voti degli alunni.
Ma non tutti gli alunni sono uguali, non a tutti sono date le stesse possibilità.
In questo viaggio lungo più di un secolo, insegnanti, bambini, genitori di ogni parte d’Italia raccontano la storia della scuola dell’obbligo, vissuta in prima persona tra grandi aspettative e delusioni spesso profonde.


SCHEDA TECNICA

Regia: Gianni Amelio, Cecilia Pagliarani
Preparazione materiali d’archivio: Mario D’amico
Materiali d’archivio provenienti da: ARCHIVIO STORICO LUCE, RAI TECHE, M.I.U.R., NOSARCHIVES.COM, ASCER, CASA DELLA MEMORIA, EDU, FDLM, INDIRE
Produzione: Istituto Luce-Cinecittà
Montaggio: Gianni Amelio, Cecilia Pagliarani
in collaborazione con: RAI CINEMA e RAI COM
Distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà
Durata: 52’ + 55’
Paese: Italia
Anno: 2015

Trailer


Parlare della scuola, soprattutto di quella primaria, è un modo per raccontare un Paese, un Paese che cresce (o arretra) insieme alla sua scuola. Nel “libro primo” c’è il Novecento fino agli anni Sessanta, quando la televisione diventa una grande lavagna… Anche se si definiva scuola dell’obbligo, il bisogno, l’indigenza, le guerre, portavano a considerare l’apprendimento qualcosa di superfluo, destinato ai ricchi, dal quale gran parte della società veniva tenuta fuori o si autoescludeva, come se fosse un dovere imposto e non un diritto.
Nei registri di classe, mezzo secolo fa, si annotava la professione del padre (mai della madre, le madri “non lavoravano”…). Era in base a questa professione, a questo ruolo nella comunità, che si distribuivano gli scolari nelle sezioni e si destinavano all’una o all’altra gli insegnanti.
Questo “film d’archivio” vuole raccontare il passato per risvegliare l’attenzione sui giorni nostri, perché certe discriminazioni non muoiono ma cambiano faccia, e i problemi si ripresentano sotto altre forme.
È una riflessione per chi condivide l’amore per la scuola e sa che dalla scuola nasce il futuro, che nella scuola c’è il seme di una conquista”.

(Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani)